Descrizione

Non è una guida turistica, ma un libro di storia, cultura e arte che trae ragione d’essere dal recente restauro che ha restituito lo splendore rinascimentale al palazzo, alle fontane e ai giardini del meraviglioso complesso voluto dal cardinale Ippolito d’Este. Figlio di Lucrezia Borgia e di Alfonso d’Este, il cardinale di Ferrara è tra i personaggi più importanti del suo tempo: diplomatico, politico e uomo di chiesa, umanista e mecenate, ha lasciato una testimonianza del suo tempo, considerata dall’Unesco patrimonio dell’umanità, proprio con Villa d’Este, edificata a Tivoli come residenza privata e luogo elevato di arte e cultura nella seconda metà del XVI secolo.

Agostino Bagnato ripercorre in questo libro le vicende della villa che si accompagnano fin dall’inizio a quelle di Tivoli e del ducato estense. Nell’Ottocento il complesso è entrato a far parte del patrimonio degli Asburgo e soltanto nel 1918 è stato annesso al demanio italiano.

Dopo decenni di decadenza, negli Anni Venti del secolo scorso sono iniziate lunghe e complesse opere di restauro che, dopo alterne vicende, si sono concluse nel 2003 con il ripristino dei congegni musicali collegati alle fontane.

Villa d’Este è così tornata all’antico splendore; anche se qualcosa è cambiato rispetto all’impianto originario dell’architetto Pirro Ligorio e dei tanti artisti che hanno lavorato su commissione di Ippolito d’Este e dei suoi successori, il complesso monumentale è giunto ai nostri giorni sostanzialmente integro.

Questo libro fa comprendere come il patrimonio che Ippolito d’Este ha lasciato all’umanità debba essere custodito come una delle più alte testimonianze della cultura e dell’arte del Rinascimento, al pari dell’altro straordinario lascito rappresentato dalla villa dell’imperatore Adriano che si trova nelle vicinanze, ma anche per lo straordinario e imperscrutabile intreccio tra vicende pubbliche e private dei tanti protagonisti che lo hanno determinato.