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Alla ricerca della dimensione sociale della Politica comune della pesca
(AGRA) – La Politica comune della pesca (Pcp) che nasce negli Anni ’70 per consentire lo sviluppo del settore si è trasformata in seguito in una politica di riduzione della flotta, in ragione del progressivo impoverimento di risorse biologiche mondiali. Non si investe più nelle barche ma nella loro rottamazione. Questa politica ha comportato la perdita di migliaia di posti di lavoro, senza prevedere misure di accompagnamento adeguate per alleviarne le drammatiche conseguenze ma limitandosi a indennizzare gli armatori per la demolizione delle barche e la chiusura delle aziende.
Ebbene, da tutte queste misure e da tutti questi benefici i lavoratori hanno tratto pochi vantaggi. È significativo osservare come tale politica sia stata talmente poco attenta al lavoro e all’aspetto umano del pescatore che nella regolamentazione della Pcp la definizione di “pescatore” non compare mai!
A livello internazionale c’è oggi una crescente attenzione sul tema della violazione dei diritti umani nella pesca industriale e sull’esistenza di un legame tra la violazione dei diritti dei lavoratori imbarcati e la pesca illegale (la pesca Inn).
In materia di normativa della Pcp ci sono tanti argomenti da approfondire e sono tante le domande a cui andrebbe data una risposta. In questo studio Giorgio Gallizioli, ex funzionario presso il Consiglio regionale della Sardegna e la Commissione europea, profondo conoscitore della normativa e della Politica europea della pesca, tenta di offrire una lettura della legislazione della Pcp in vigore relativamente ai suoi vari aspetti sociali.
Il volume è stato pubblicato da Uila Pesca e dal Cres con il contributo del ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali – Direzione Generale Pesca e Acquacoltura.
Giorgio Gallizioli
Alla ricerca della dimensione sociale della Politica comune della pesca
Compendio di legislazione sociale europea relativa al pescatore
Uila Pesca – Cres
Pagine 128