You have no items in your cart.
La Reggia di Carditello rilancia gelsicoltura e bachicoltura
Progetto per sostenere i giovani coltivatori con ricadute sull’intera filiera produttiva serica, alimentare, nutraceutica, cosmetica e turistica
(AGRA) – Mille gelsi per offrire un’opportunità di lavoro ai giovani del territorio e stimolare le attività di gelsicoltura e bachicoltura: la Fondazione Real Sito di Carditello, guidata dal presidente Luigi Nicolais, lancia una sfida a tutti i coltivatori con l’obiettivo di rinnovare l’antica arte serica, promossa nel Casertano proprio dai Barbone.
Gli operatori che aderiranno alla manifestazione di interesse “Mille gelsi per Carditello” saranno coinvolti in un hub di imprese con un disciplinare da rispettare, cooperando con la Fondazione e con i partner Coldiretti Caserta, Coldiretti Giovani Impresa Caserta, Consorzio Rete San Leucio Textile e Club per l’Unesco di Caserta.
Un progetto molto ambizioso che avrà ricadute sull’intera filiera produttiva: dal settore alimentare alla nutraceutica, dalla cosmetica al tessile.
“Puntiamo a costituire una rete permanente di imprese impegnate nella coltivazione di gelsi e allevamento di bachi – spiega Roberto Formato, direttore della Fondazione Real Sito di Carditello – e a realizzare economie di scopo e di scala, dando attuazione alle raccomandazioni della Convenzione di Faro. Siamo a disposizione di imprenditori e coltivatori per condividere attività di formazione, intercettare fondi per lo sviluppo rurale e definire programmi di produzione”.
Tra i nuovi progetti della Fondazione c’è anche la stipula di un protocollo d’intesa con il centro Crea-Api di Padova, punto di riferimento per l’apicoltura e la bachicoltura a livello mondiale, per realizzare attività di ricerca e formazione nel Real Sito di Carditello, già dotato di una stazione di biomonitoraggio e di numerose arnie per la produzione di miele e pappa reale.
Il complesso architettonico della Reggia di Carditello fu realizzato nei pressi di Capua (Caserta) per volere di Carlo di Borbone da Francesco Collecini, allievo di Vanvitelli; nato per essere destinato alla Corte come residenza di campagna per battute di caccia, successivamente la sua funzione fu ampliata sotto Ferdinando IV di Borbone per sviluppare un’importante attività nel settore agricolo grazie alle migliaia di ettari di cui disponeva. Vi furono prodotte le prime mozzarelle di bufala, c’era una coltivazione di gelsi per la produzione di bachi da seta da utilizzare nella vicina Real Seteria di San Leucio, si produceva vino e le scuderie ospitavano cavalli della razza Persano.
Dopo l’Unità d’Italia il sito di Carditello fu abbandonato al suo destino e iniziò un lento e inesorabile degrado; successivamente fu utilizzato durante la seconda guerra mondiale dai tedeschi per alloggiare le proprie truppe e fu anche saccheggiato, ma lo scempio più grave fu compiuto dalla camorra che asportò i suoi marmi per abbellire le proprie ville e utilizzò la struttura e il bosco circostante come discarica per rifiuti speciali e pericolosi.
Nel 2013 il ministero dei Beni culturali decise di intervenire rilevando la struttura e affidò la gestione alla Fondazione del Real sito di Carditello.
Oggi la Reggia è un cantiere non solo di lavori, ma soprattutto di idee e progetti. L’obiettivo è un recupero non solo architettonico, ma soprattutto funzionale della struttura reinserendo le attività che vi si svolgevano nei secoli passati.
Alcuni risultati sono stati già raggiunti: le scuderie ospitano 50 cavalli della razza Persano, un incrocio tra fattrici di razza napoletana e stalloni turchi, selezionata dai Borboni, che oggi sono utilizzati per attività di ippoterapia e presto la Reggia ospiterà un reparto di Carabinieri a cavallo che avranno la possibilità di allenarsi nel più grande maneggio esistente in Europa; si sono piantati i gelsi e una vigna recuperando antichi vitigni come il Palagrello che grazie a un accordo con Vigne Chigi della famiglia Chillemi di Capua, nuovo sponsor tecnico della Fondazione, consentirà di essere presente sui mercati nazionali e internazionali con una produzione a marchio Carditello. Questo accordo si aggiunge a quello già definito con Cantine Magliulo per la produzione di Asprinio, vino particolarmente apprezzato da Ferdinando IV. E grazie a un accordo con il Consorzio Mozzarella di Bufala presto torneranno ad essere prodotte anche le mozzarelle di Bufala Campana.
(riproduzione riservata)