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Export agroalimentare: nel 2020 frena ma tiene con un +1,7%
In controtendenza rispetto alle esportazioni nazionali complessive (-9,7%) ha superato i 46 miliardi di euro
(AGRA) – L’export agroalimentare italiano tiene, nonostante la crisi innescata dalla pandemia da Covid-19. Nel 2020 ha oltrepassato la soglia di 46 miliardi di euro con un incremento delle spedizioni limitato all’1,7%, lontano dal +7% del 2019, ma in controtendenza rispetto alla performance fortemente negativa dell’export nazionale complessivo (-9,7% sul 2019).
Come si evince dal report Ismea sugli scambi con l’estero, l’agroalimentare ha raggiunto un peso di quasi l’11% sulle esportazioni complessive italiane e vede, dopo anni di deficit, un surplus di 3 miliardi di euro della bilancia commerciale, per effetto del calo di oltre il 5% delle importazioni.
A trainare l’export sono state la pasta di semola (+20%), le conserve di pomodoro (+9,7%), alcuni frutti come mele (+13%), uva da tavola (+13%) e kiwi (+2,4%) e l’olio di oliva (+6,4%).
Al contrario, il 2020 ha evidenziato performance negative per le esportazioni di vini (-2,3%), con una flessione più marcata per gli spumanti (-7%) rispetto ai vini fermi in bottiglia (-1%). Anche i formaggi hanno accusato una battuta d’arresto degli acquisti oltre frontiera, frutto delle tendenze contrapposte tra i formaggi stagionati (-7,6%) e i formaggi freschi (+3%).
Questi risultati – sottolinea l’Ismea – appaiono coerenti con i cambiamenti delle abitudini di consumo causati dall’emergenza sanitaria mondiale che ha determinato una maggiore domanda di prodotti per il consumo in casa (soprattutto pasta, trasformati di pomodori, ortofrutta e latticini) e la contrazione degli acquisti da parte della ristorazione (spumanti e vini di qualità, formaggi stagionati). Per i formaggi ha pesato inoltre la presenza di imposizioni tariffarie aggiuntive verso gli Usa su alcuni prodotti di punta, che sono state recentemente sospese.
Quanto alle destinazioni, il principale mercato di sbocco dei prodotti agroalimentari italiani rimane l’Unione europea che, con 29,3 miliardi di euro nel 2020 (+1,4% sul 2019), assorbe circa il 64% delle esportazioni nazionali.
Nel dettaglio, nel 2020 le esportazioni verso la maggior parte dei paesi Ue hanno registrato tassi di crescita positivi, con particolare riferimento a Germania (+7,2%), Belgio (+3,8%), Polonia (+5,4%); in calo, invece, risultano le esportazioni verso la Spagna (-7,6%).
Più dinamiche sono state le esportazioni dirette verso i paesi extra-Ue che, nel 2020, sono cresciute del 4,4% su base annua attestandosi a circa 16,8 miliardi di euro; gli incrementi più consistenti si sono osservati per Ucraina (+32,4%) e Cina (+16,3%). Da evidenziare anche la crescita delle esportazioni di prodotti agroalimentari italiani verso gli Stati Uniti (+5,4%) che rappresentano il terzo mercato di sbocco in assoluto e il primo tra i paesi Terzi.
Il Report Ismea sull’export agroalimentare italiano nel 2020 è scaricabile dal link http://www.ismeamercati.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/11345
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