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A Vinitaly le prospettive per il vino italiano nella Gdo del Regno Unito dopo la Brexit
Convegno con il direttore di Berkmann Wine Cellars, Alex Canneti, lunedì 10 aprile. Dal Regno Unito in arrivo 900 buyer
(AGRA) – Nonostante le incertezze sul futuro commerciale dopo la Brexit, cresce l’interesse per il vino italiano nel Regno Unito. A Vinitaly 2017, in programma a Veronafiere dal 9 al 12 aprile in contemporanea con Sol&Agrifood ed Enolitech – sono attesi 400 nuovi buyer in arrivo dal Regno Unito in aggiunta agli oltre 500 presenti ogni anno.
Delle prospettive per il vino italiano nel canale della Grande distribuzione in Gran Bretagna dopo la Brexit si parlerà con il direttore di Berkmann Wine Cellars, Alex Canneti, nel convegno su Vino e Gdo in calendario lunedì 10 aprile (ore 10.30-12.00).
“La Brexit – ha anticipato Canneti – è una sfida per le vendite dei vini europei poiché Australia, Sud Africa e Nuova Zelanda saranno i primi Paesi al mondo a istituire trattati bilaterali con il Governo inglese. L’unica soluzione a questa minaccia è consentire al Regno Unito un periodo di 10 anni per condividere le stesse condizioni commerciali e gli stessi oneri doganali dell’Unione europea, oltre a negoziare un trattato di libero scambio. Ma certamente i formaggi e il vino sono più esposti ai rischi rispetto ad altre forniture come le auto, le medicine e i prodotti finanziari, e quindi più oggetto di provocazioni politiche, come quella del segretario di Stato per gli Affari Esteri, Boris Johnson, che ha minacciato di alzare i dazi sul Prosecco”.
Nel 2016, secondo dati Istat, le esportazioni di vino italiano nel Regno Unito hanno superato la cifra record di 763,8 milioni di euro (+2,3% rispetto al 2015) grazie proprio alla performance del Prosecco. Invece i volumi sono scesi a 311,5 milioni di euro (-6,8%) ma è cresciuto il prezzo medio, arrivato a 2,45 euro/litro (+9,9%).
“Seguiamo con attenzione le vicende della Brexit e il suo impatto sul commercio, in particolare del nostro vino, ma ad oggi – ha detto il direttore generale di Veronafiere, Giovanni Mantovani, in occasione dell’avvio ufficiale del processo di uscita di Londra dall’Unione europea – sembra stia sortendo l’effetto contrario: a Vinitaly si sono già registrati 400 nuovi buyer del Regno Unito mai venuti prima, che si aggiungono agli oltre 500 presenti ogni anno. Ovviamente è presto per prevedere cosa sarà del nostro vino nel secondo Paese importatore al mondo, ma ritengo che i freni commerciali non convengano a nessuno. Il Regno Unito esporta verso l’Ue l’equivalente annuo di 2,1 miliardi di euro in liquori e distillati e importa dal Continente 1 miliardo di bottiglie di vino per 2,6 miliardi di euro. Un business, quello del vino Ue, che per la Wine and Spirit Trade Association (Wsta) britannica vale nel Regno Unito il 55% di un settore da quasi 20 miliardi di euro complessivi. Confidiamo nella negoziazione da parte della filiera europea del vino, un prodotto che ha visto incrementare notevolmente i suoi consumi a scapito della birra”.
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