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Export: 6 esperti agricoli nelle Ambasciate italiane all’estero
Opereranno a Londra, New Delhi, Brasilia, Tokyo, Washington e Pechino affiancando le imprese nelle esportazioni
(AGRA) – Un sistema integrato di promozione del made in Italy che potrà contare su Ambasciate, Istituti di Cultura e Ice (Istituto per il Commercio Estero) e tante linee di finanziamento in grado di supportare le imprese che vorranno esplorare i mercati internazionali. Questo è lo scenario delineato durante il convegno “Fatto in Italia, richiesto nel mondo: l’export che ci rende eccellenti” organizzato dall’associazione “Il Chiostro per la trasparenza e professionalità delle lobby” al ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali con la partecipazione dei sottosegretari agli Affari Esteri, Manlio Di Stefano, e alle Politiche agricole, Giuseppe L’Abbate.
Uno scenario che il patrimonio agroalimentare nazionale dovrà essere in grado di sfruttare pienamente per continuare il trend positivo che non si è arrestato neppure durante il blocco forzato dovuto all’emergenza Covid-19. Nel primo semestre 2020, infatti, l’export agroalimentare italiano ha raggiunto quota 221,1 miliardi di euro, in progressione del 3,5% su base annua, pari all’11% dell’esportazione complessiva di beni e servizi. Risultati positivi che spingono il Governo a sostenere con ancor più decisione le politiche di supporto alle esportazioni.
“Accanto alle diverse linee di finanziamento e alle ingenti risorse messe a disposizione delle imprese italiane con il Patto per L’Export – ha dichiarato il sottosegretario Di Stefano – il nostro impegno mira a garantire un’attenzione ancora maggiore alle attività diplomatiche sul versante tecnico e su quello promozionale. In questo contesto, si inserisce la novità dei 6 esperti agricoli all’interno delle Ambasciate dove vi sono maggiori necessità di questi profili per accompagnare le imprese agricole ed agroalimentari nelle esportazioni”.
L’ultima Legge di Bilancio ha potenziato il contingente di esperti presso le sedi diplomatiche italiane nel mondo e, su suggerimento del Mipaaf, sono stati individuati anche 6 esperti agricoli che opereranno presso le Ambasciate italiane a Londra, New Delhi, Brasilia, Tokyo, Washington e Pechino, ovvero dove è emersa maggiore necessità da parte del comparto agroalimentare.
“Un ulteriore strumento – ha aggiunto Di Stefano – è poi quello del portale Export.gov.it che fornisce un quadro chiaro, attraverso step semplici e intuitivi, alle piccole e medie imprese permettendogli di venire a conoscenza sia dei fondi a disposizione sia dei possibili mercati di interesse rispetto al proprio settore commerciale e alle proprie produzioni”.
“Ringrazio il sottosegretario Di Stefano per aver accolto la richiesta del comparto agroalimentare, di cui mi sono fatto portavoce – ha dichiarato il sottosegretario alle Politiche agricole, Giuseppe L’Abbate – potenziando con questo primo contingente di esperti agricoli le nostre Ambasciate. Il comparto agroalimentare ha dimostrato tutta la sua strategicità durante il lockdown. Ora è fondamentale che le nostre imprese non perdano questa stagione di grande impegno sulle esportazioni. È necessario ragionare come Sistema Paese, con le istituzioni e l’imprenditoria che sappiano dialogare e collaborare in maniera sinergica per comuni obiettivi. In alternativa, l’Italia rischia di non essere in grado di vincere le sfide future”.
“La crisi causata dal Covid-19 ha fatto emergere il ruolo sempre più cruciale e necessario di raccordo che il rappresentante di interessi compie tra istituzioni e imprese e per questo la professione va normata quanto prima”, ha dichiarato il segretario generale de Il Chiostro per la trasparenza e professionalità delle lobby, Angela Marchese.
“Il lavoro del Governo sul versante esportazioni – ha aggiunto il presidente de Il Chiostro, Giuseppe Mazzei – è stato egregio ma c’è bisogno che venga diffuso sempre più nel mondo imprenditoriale italiano che spesso, purtroppo, risulta poco consapevole delle opportunità di crescita e sviluppo sui mercati internazionali mai avute in passato con questa portata. Per la ripresa post-Covid, l’Italia deve fare leva sulle esportazioni, in primis agroalimentari e non perdere occasioni cruciali”.
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