You have no items in your cart.
Gruppo Alce Nero sfiora i 65 milioni e amplia la base sociale
Si consolida la presenza agricola e di filiera del gruppo che presidia con i suoi prodotti oltre 30 Paesi
(AGRA) – Nuovo assetto societario per il Gruppo Alce Nero con un’operazione che ne consolida la base agricola e di filiera attraverso la cessione di azioni pari al 10,44% del capitale sociale a un valore di 4,740 milioni di euro. Il 2,20% di questo pacchetto azionario è stato acquistato dal Pastificio Felicetti, già azionista del Gruppo Alce Nero, il 2,01% da ApoConerpo Soc. Coop., l’1,76% da Molino De Vita Srl e il 6,62% NewCo Mediterre.bio Srl. Quest’ultima realtà è stata appositamente costituita per consolidare la base agricola del gruppo. Ne fanno parte singoli agricoltori e cooperative (per diverse migliaia di ettari di terra) di Puglia, Basilicata, Calabria ed Emilia, produttori per lo più di grano duro e tenero e di olio extravergine di oliva. Tra i soci più importanti di Mediterre.bio c’è la Cooperativa Agricola Emmaus (che dal 1990 ha attivato un programma di coltivazione con il metodo biologico e oggi produce in particolare ortaggi e cereali e può contare su un’estensione agricola a corpo unico di oltre 1.300 ettari), i Molini Progeo di Modena e il Molino De Vita che ha esteso la propria nuova partecipazione nel Gruppo Alce Nero anche all’interno del nuovo strumento di sviluppo agricolo al fine di rafforzarne le potenzialità di crescita in ambito cerealicolo. I mulini insieme realizzano una perfetta e reciproca sinergia fra gli agricoltori soci e il pastificio.
Completano la compagine sociale di Mediterre.bio, Finoliva Spa (dal 2005 produttore dell’olio extravergine di oliva Alce Nero e azionista con una quota del 2,16%), che ha conferito nella NewCo l’intero pacchetto di azioni di Alce Nero Spa di sua proprietà, e 6 agricoltori distribuiti tra Puglia e Basilicata.
Di grande valore strategico anche l’ingresso fra i soci del Gruppo Alce Nero di Apo Conerpo, realtà presente attivamente nelle regioni italiane più vocate per la coltivazione ortofrutticola con 46 cooperative socie, che raccolgono la produzione di 6.700 agricoltori in 92 strutture di lavorazione con presenze significative, oltre che in Emilia Romagna, in Trentino Alto Adige, Lombardia, Veneto, Toscana, Puglia, Toscana e Sicilia.
Il nuovo assetto societario di Alce Nero Spa si è quindi perfezionato il 29 giugno scorso con l’acquisto dell’intero pacchetto azionario posseduto da CoopFond Soc.Coop. pari al 18,97%.
Queste novità configurano oggi il Gruppo Alce Nero come un’impresa sempre più aperta e inclusiva che opera su oltre 10.000 ettari di terreno agricolo convertito al biologico su tutto il territorio nazionale e che conta fra la propria compagine produttori di materia prima e trasformatori, interpreti di un progetto e di una filosofia tracciati alla fine degli Anni 70, oggi più che mai attuali, che vedono nel biologico un mezzo di partecipazione al cambiamento.
Il profilo dei nuovi soci è perfettamente in linea con la mission del Gruppo e rafforza gli obiettivi di estensione, integrazione e coinvolgimento della propria base agricola, quindi di conversione di sempre maggiori estensioni di terre dalla chimica al biologico.
Il Gruppo Alce Nero ha chiuso il 2015 con 64,739 milioni di euro di fatturato, registrando un incremento sul marchio Alce Nero superiore al 42% rispetto al 2014, con perfomance positive su tutti i canali distributivi, confermando un trend di crescita positivo che dura da oltre 10 anni. Massimo Monti, amministratore delegato di Alce Nero, stima per l’anno in corso di consolidare il trend di crescita con un obiettivo che dovrebbe raggiungere i 78 milioni di euro ottenibili grazie al costante miglioramento della distribuzione dei prodotti Alce Nero in Italia e nei 30 Paesi nel mondo in cui sono presenti i prodotti a marchio, all’introduzione di nuovi prodotti e soprattutto all’importante crescita di notorietà ed apprezzamento del brand e dei suoi valori.
“Il biologico – sottolinea il presidente di Alce Nero, Lucio Cavazzoni – è prospettiva, identità e salubrità, mestieri nuovi che appassionano. Abbiamo deciso non di controllare ma di essere filiera: scegliendo i campi, le varietà e le cultivar, coinvolgendo le persone e curando il nostro progetto dalla terra alla trasformazione, agli ingredienti tutti, per giungere ad un biologico autentico. Per offrire un cibo vero, per la salute che è vita”.
(riproduzione riservata)