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La Cina considera i Consorzi come Ong: appello di Federdoc ai ministri Patuanelli e Di Maio
A rischio le attività di promozione già programmate, a partire da quelle in scadenza a fine marzo, e i fondi già stanziati
(AGRA) – La Cina ha recentemente deciso di considerare i Consorzi di tutela alla stregua di Organizzazioni non governative, obbligandoli a designare un rappresentante legale cinese per proseguire le attività di promozione già programmate, comprese quelle presenti anche negli Ocm in corso in scadenza a fine marzo 2021.
In merito alla decisione cinese Federdoc ha rivolto un appello ai ministri delle Politiche agricole, Stefano Patuanelli, e degli Esteri, Luigi Maio. “L’Amministrazione cinese sta interpretando in modo estensivo una norma di legge del 2017 – sottolinea Riccardo Ricci Curbastro, presidente di Federdoc – obbligando quindi i Consorzi di tutela a indicare un referente legale cinese per continuare le attività promozionali già programmate. In sintesi, i Consorzi dovrebbero riconoscere nell’immediato che ad essi stessi vengano applicate le norme nazionali in materia di Organizzazioni non governative; il che equivarrebbe a dichiarare che le attività promozionali in corso di svolgimento e ancora da realizzare sul territorio cinese costituirebbero una violazione della legge nazionale senza la sottoscrizione di una lettera di intenti”.
Appare piuttosto evidente – si legge in una nota di Federdoc – come una simile richiesta sia illegittima, in quanto costituisce una barriera non tariffaria imposta in modo totalmente arbitrario dal Governo cinese; che inoltre paventa l’applicazione di sanzioni del tutto irragionevoli nei confronti Consorzi di tutela del vino, quali l’esclusione per un quinquennio da qualsiasi attività promozionale sul proprio territorio.
Una decisione, quella del Governo Cinese – continua Federdoc – che sconcerta anche perché giunge a pochi giorni di distanza dall’entrata in vigore dell’accordo bilaterale Ue – Cina dello scorso 1° marzo, riguardante proprio la tutela e la protezione dei prodotti a Indicazione Geografica.
Una contraddizione per la quale Federdoc ha richiesto al ministero delle Politiche agricole di attivarsi e di sensibilizzare anche la Commissione Europea “allo scopo di porre rimedio a quello che appare come un evidente vulnus inferto ai Consorzi”.
“Abbiamo appreso – aggiunge Ricci Curbastro – che le istituzioni cinesi stanno già applicando la norma in oggetto anche ai Comitati Interprofessionali del vino francesi e ad altri soggetti che si occupano di promozione dei vini europei a IG. È una situazione che va risolta quanto prima e intanto Federdoc chiede ai ministeri interessati di voler verificare con estrema urgenza la possibilità di applicare delle flessibilità ai Consorzi che non riescono, per causa di forza maggiore, a realizzare le proprie attività in Cina. Il che significa non solo non applicare penalità ma anche dare la possibilità, per non perdere i fondi, di una modifica immediata dei progetti di promozione con conseguente riallocazione delle risorse in azioni da svolgersi in altri Paesi”.
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