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Mozzarella di Bufala Campana offesa da una battuta del film “Non ci resta che il crimine”
Annunciate azioni legali. Il Consorzio, impegnato per una corretta comunicazione, ha anche bandito un concorso letterario
(AGRA) – La battuta “non ci resta che vendere la mozzarella contaminata di Caserta”, pronunciata nel film “Non ci resta che il crimine” da Alessandro Gassman, “è un falso storico e un’offesa inaccettabile a un intero territorio”, sottolinea in una nota il presidente del Consorzio di Tutela della Mozzarella di Bufala Campana Dop, Domenico Raimondo.
“Siamo ben oltre la bufala in tempi di fake news”, ha aggiunto Raimondo, annunciando che il Consorzio ha incaricato i suoi legali di “mettere in campo tutte le azioni necessarie a tutela dei produttori di mozzarella Dop, ma anche a difesa di una terra ingiustamente martoriata da stereotipi che non possono essere rilanciati anche da un film”.
Alle azioni intraprese nel tempo dal Consorzio per far conoscere e comunicare correttamente il mondo della mozzarella di bufala, si è recentemente aggiunto il concorso letterario “Ti racconto una bufala”, promosso in collaborazione con il mensile “Leggere:tutti”, che ha come tema la filiera della Mozzarella di Bufala Campana Dop, vista da ogni angolazione: gusto, territorio, ambiente, biodiversità, tradizione, ricerca, lavoro, etica, legalità. Presidente della giuria è lo scrittore Diego De Silva, papà del celebre avvocato Malinconico. I racconti scelti saranno pubblicati in un libro che uscirà la prossima primavera. I migliori tre racconti, oltre ad essere inseriti nel libro, saranno anche premiati durante l’edizione 2019 del festival del libro e della cultura gastronomica Food&Book. Qui il bando del concorso
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