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Oleoturismo, presentato il decreto attuativo
Prossimo passo l’approvazione entro tre mesi dall’entrata in vigore. Grandi potenzialità attese dalle sinergie con l’enoturismo
(AGRA) – A tre anni di distanza dalla legge che disciplina l’enoturismo, con la Legge di Bilancio 2020 anche l’oleoturismo ha trovato una precisa definizione che lo equipara al mondo del vino. Una normativa importante per l’intero settore, non soltanto perché offre ai produttori olivicoli l’opportunità di godere degli stessi incentivi di cui usufruiscono i colleghi del comparto enoico, ma soprattutto perché pone l’olio al centro del turismo enogastronomico che ogni anno porta in Italia milioni di visitatori.
“Avevo assunto un impegno con i produttori olivicoli italiani – ha affermato il senatore Dario Stefàno nell’incontro con la stampa che si è tenuto nella sala dedicata ai Caduti di Nassyria – quando nel dicembre del 2017 avevamo approvato con la Legge di Bilancio l’emendamento che ha istituito l’enoturismo. Era pertanto un mio dovere, in questa legislatura, riuscire a portare a compimento questo progetto che riconosce valore a un segmento produttivo, quello dell’Evo, che vanta una forma di attrattività che cresce di anno in anno. Ora manca l’ultimo passo perché, come prevede la legge stessa, è necessario che entro tre mesi dall’entrata in vigore sia approvato il decreto attuativo. Continuerò a lavorare perché si giunga positivamente a completare il percorso”.
“È una grande opportunità per tutti gli attori della filiera – ha sottolineato Michele Sonnessa, presidente dell’Associazione Nazionale Città dell’Olio – e ovviamente siamo estremamente grati al senatore Stefàno per tutto quello che ha fatto e continua a fare per il comparto. È evidente che, per quanto ci compete, impiegheremo tutte le nostre risorse per ottenere il massimo risultato possibile che passa attraverso la promozione dei mille territori che caratterizzano la produzione olivicola del nostro Paese. Lo faremo attraverso il rispetto di alti standard qualitativi, la formazione dei player del settore, la definizione di una strategia nazionale, il rispetto della sostenibilità. E con il quid plus costituito da un Osservatorio nazionale che fornirà periodicamente tutti i dati necessari a migliorare questo percorso”.
Un percorso che prevede una sinergia con il mondo del vino per garantire un pacchetto attrattivo per i milioni di turisti che vedono nell’Italia la meta ideale per percorsi all’insegna del gusto e della scoperta di prodotti di qualità.
“Quello tra olio e turismo è un legame che va potenziato e valorizzato – ha dichiarato Roberta Garibaldi, presidente dell’Associazione Italiana Turismo Enogastronomico – e certamente questa legge rappresenta un’enorme possibilità di crescita. Per questo si sta lavorando, in modo costruttivo e sinergico, a proposte sempre più ampie e coinvolgenti che tengano presenti i desiderata espressi negli anni proprio dai fruitori di queste iniziative. I dati in nostro possesso parlano di un fortissimo interesse nei confronti dell’extravergine, ora sta a noi costruire pacchetti e situazioni dotate di forte appeal e comunicarli in modo deciso e impattante”.
“Per la Puglia l’olio rappresenta da tempo uno straordinario elemento di attrattività – ha sottolineato Donato Taurino, presidente del Movimento Turismo dell’Olio Puglia – e non a caso la nostra regione è leader in Italia per quantità e in continua crescita sul versante qualitativo. E conta oltre 900 frantoi che costituiscono una vera road map per gli appassionati. Ben venga questa legge che regolamenta il sistema anche dal punto di vista giuridico e fiscale”.
“Una legge attesa e importante, punto di partenza basilare per un turismo che avrà nel vino e nell’extravergine due solidi pilastri – ha concluso Sebastiano de Corato, vicepresidente del Movimento Turismo del Vino e responsabile del Progetto Olio – due prodotti che, insieme alle altre eccellenze del paniere agroalimentare italiano, possono realmente costituire un grande fattore di crescita per i tanti meravigliosi territori del nostro Paese”.
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