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Rapporto Ismea sulla competitività dell’agroalimentare italiano
Il settore esce rafforzato dalla crisi: 61 miliardi di euro di valore aggiunto, oltre 1 milione di imprese, 1.4 milioni di occupa e 41 miliardi di euro di esportazioni
(AGRA) – Il Made in Italy agroalimentare apporta 61 miliardi di euro di valore aggiunto, conta oltre 1 milione di imprese, occupa 1.4 milioni di lavoratori e realizza 41 miliardi di euro di esportazioni. Questi numeri emergono dal Rapporto Ismea sulla competitività dell’agroalimentare italiano, che però evidenzia ancora i problemi legati agli squilibri strutturali della filiera agroalimentare nazionale, dove la componente produttiva risulta fortemente penalizzata, con margini bassi in favore della logistica e della grande distribuzione. Se l’agroalimentare italiano si è rafforzato nell’economia nazionale, a livello europeo mostra ancora segnali di debolezza. Il confronto con Paesi quali Francia, Germania e Spagna rileva un gap sfavorevole ancora elevato in termini di strutture aziendali, di efficienza, di tecnologia e produttività.
“L’agroalimentare – ha sottolineato il direttore generale di Ismea, Raffaele Borriello – esce dal decennio di crisi con un ruolo più forte nell’economia italiana, dimostrando una grande tenuta economica e sociale nel corso della crisi e una buona capacità di agganciare la ripresa. I segnali positivi sono stati numerosi: crescita della produttività del lavoro, ripresa degli investimenti, capacità di declinare la multifunzionalità e la qualità, con primati sul fronte dell’agricoltura biologica e delle indicazioni geografiche Dop e Igp; ottimo andamento delle esportazioni, specie di quelle tipiche del Made in Italy, quali vino e prodotti trasformati ad alto valore aggiunto”.
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