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Sospesi i dazi Usa sull’agroalimentare: pesavano sull’export per 500 milioni di euro
Moratoria di quattro mesi in attesa della soluzione della controversia Airbus-Boeing tra Stati Uniti ed Unione Europea
(AGRA) – Sospese per quattro mesi le tariffe aggiuntive sulle esportazioni tra Usa e Ue per la controversia Airbus-Boeing. Un annuncio – arrivato dalla presidente della Commissione europea, Ursula Von der Leyen, dopo una telefonata con il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden – che ha un peso pari a 500 milioni di euro sull’export agroalimentare italiano verso gli Stati Uniti.
Della sospensione beneficiano in particolare i formaggi, ma anche salumi, prodotti ittici, agrumi, succhi e liquori, prodotti che generano complessivamente esportazioni per 5 miliardi di euro l’anno.
“Un’ottima notizia – ha commentato l’europarlamentare Paolo De Castro che per primo aveva proposto una moratoria – certo dobbiamo negoziare una soluzione alla disputa Boeing-Airbus, ma credo che in un momento come questo di pandemia e di calo dei commerci internazionali, possiamo permetterci di essere ottimisti e di pensare a un’eliminazione definitiva dei dazi”.
Reazioni positive arrivano dai comparti per i quali gli Usa sono la prima destinazione extra-Ue. Il presidente di Assolatte, Paolo Zanetti, sottolinea che per l’export di formaggi gli Stati Uniti sono fondamentali, tanto che l’Italia è il primo fornitore degli Usa con circa 38mila tonnellate per un controvalore di quasi 350 milioni di euro, dato relativo al 2019, anno non ancora particolarmente interessato dagli effetti dei dazi, né da quelli della pandemia. Nel 2020, infatti, c’è stato un crollo delle vendite negli Usa, con un -18% in volume e un -21% in valore che ha causato una perdita complessiva di circa 50 milioni di euro. Conseguenze pesanti soprattutto per i formaggi: Grana Padano e Parmigiano Reggiano (-24% in valore), Provolone (-20%), Asiago (-31%), Gorgonzola (-13%).
E con entusiasmo è stata accolta la sospensione dei dazi dal Consorzio del Parmigiano Reggiano che sottolinea come proprio il Parmigiano Reggiano – per il quale gli Usa rappresentano il primo mercato export, con una quota del 20% del totale pari a circa 12mila tonnellate di prodotto – è stato il prodotto più colpito dalla politica isolazionista di Trump. Dall’ottobre 2019 sul Parmigiano Reggiano pesavano tariffe aggiuntive pari al 25% (da 2,15 a 6 dollari al chilo) con un aumento del prezzo a scaffale da 40 a 45 dollari al chilo.
“Il pieno sviluppo del mercato americano – ha commentato Nicola Bertinelli, presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano – è di cruciale importanza per la sostenibilità della nostra filiera composta da 321 caseifici, 2.600 allevamenti e 50mila persone coinvolte. Un sistema che genera un valore di affari al consumo pari a 2,35 miliardi di euro. Ringraziamo la Commissione europea e in particolare l’europarlamentare Paolo De Castro che si è battuto per la sospensione delle tariffe aggiuntive tra Usa e Ue che hanno pesato sulle esportazioni aggiungendosi ai gravi impatti economici provocati dalla pandemia. Siamo ottimisti per il futuro: ci auguriamo che l’amministrazione Biden metta fine a questo contenzioso commerciale che non è più sostenibile”.
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